Belgio, finisce il ciclo: era davvero mai incominciato?

Il ciclo del Belgio sembra essere finito. A nulla è servita la prima piazza del ranking Fifa per conquistare un torneo con la generazione dei fenomeni.

Hazard col Belgio - Getty Images
Il ciclo del Belgio agli sgoccioli, Eden Hazard ne è stato protagonista – Getty Images

Per il Belgio, probabilmente, ha fatto più male la consapevolezza di un ciclo finale che non la sconfitta contro l’Italia. I fiamminghi, mai come qualche settimana fa, erano convinti di poter vincere un torneo, avendo una rosa con tanta qualità dal centrocampo in poi.

Peccato, per il Belgio, che a tutto ciò non è stata mai abbinata una buona sostanza difensiva, da sempre un cruccio per la rosa di Roberto Martinez. Perché non è proprio un caso se l’Italia, nelle ultime due edizioni europee, ha sconfitto il Belgio meritando la vittoria, un sintomo necessario per capire come le forze sono ben distribuite.

Per Romelu Lukaku e compagni, quindi, il ciclo con ogni probabilità è finito nella partita di Monaco. Fermati ai quarti, i belgi comunque potevano fare molto di più, perché la nazionale era arrivata con grandi aspettative alla competizione. Il primo posto nel ranking Fifa è stato sbeffeggiato da molti, a dimostrazione di come questo criterio stia diventando sempre più un’utopia. Sicuramente i belgi non sono i migliori al mondo, lo hanno dimostrato ancora una volta.

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Usciti fuori al primo ostacolo

Lukaku e Witsel - Getty Images
Dei giovanissimi Lukaku e Witsel agli esordi in nazionale nel 2013 – Getty Images

Il Belgio aveva giocato tre partite nel girone relativamente alla sua portata. Forse, era proprio nel girone più facile, andando a vedere le forze in campo. La prima gara ha registrato una comoda vittoria per 3-0, trascinatore non a caso Lukaku. Diversa, da un punto di vista mentale, la gara contro la Danimarca. Passata in vantaggio sull’onda dell’emozione, ma poi sconfitta in rimonta. La terza gara, ininfluente, per la classifica ha portato i belgi al tris con il 2-0 contro la Finlandia.

E agli ottavi un’altra vittoria, la gara contro il Portogallo è stata decisa da Thorgan Hazard, a riportare il dilemma su chi sia il migliore dei fratelli. Arrivava ai quarti con un ruolino di quattro vittorie di fila, con il recupero lampo di Kevin De Bruyne, ma con incertezze nel pressing, rivelatesi fatali.

Fiamminghi a mani vuote, al mondiale russo presero il terzo posto a discapito dell’Inghilterra, dall’autunno del 2018 hanno disputato 61 incontri, perdendone solamente cinque. L’ultima sconfitta è stata la più dolorosa, perché diventa un tarlo per i tifosi nonché per la federazione. Questa nazionale ha finito un ciclo, i giovani matureranno prossimamente? Qualche giocatore lascerà la selezione?

I dubbi sono molti, la prima risposta saranno le fasi finali della Nation League. Da combattere animosamente contro l’Italia, la Spagna e la Francia. Per cercare di rientrare subito nel gotha delle grandi, oppure per scivolare lentamente nell’anonimato.

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