Colantuono sogna: chiudere la carriera con un’impresa

Stefano Colantuono torna alla ribalta per una carriera tutta particolare. Un tecnico forse fin troppo sottovalutato sta emergendo nelle ultime ore, l’impegno nella Salernitana sarà una missione particolare.

Stefano Colantuono - Getty Images
Stefano Colantuono sogna di chiudere la carriera a Salerno con la salvezza – Getty Images

Quella di Stefano Colantuono è una carriera che forse avrebbe meritato qualcosa in più. Perché il mister romano è stato per anni sulla breccia dell’onda per poi essere quasi dimenticato da un calcio che gli ha preferito assoluti neofiti. La carriera di Colantuono è sinora quella di un professionista che è nell’ambiente da tanti anni, dai tempi in cui con i capelli ricci (ebbene sì, controllare gli album Panini) era un arcigno difensore.

Quattro i campionati giocati da Stefano Colantuono nella massima serie, lottando sempre per la zona salvezza. Una carriera che da calciatore ha regalato diverse soddisfazioni, proseguita poi nelle serie minori senza lesinare gli sforzi.

Da allenatore ha iniziato in tandem con Gabriele Matricciani. Il primo posto occupato fu quello della Sambenedettese in Serie C, dimostrando sin da subito di essere un allenatore con idee quadrate e schemi vincenti. Era un tecnico particolarmente apprezzato da Luciano Gaucci, che lo promosse sulla panchina del Catania e anche in Sicilia non fece mancare il suo apporto in panchina.

La prima grande occasione a Perugia, nell’estate del 2004 prese in mano le redini degli umbri dopo la retrocessione. In una squadra con Fabrizio Ravanelli ed Eusebio Di Francesco tra gli altri, arrivò a un passo dalla promozione, vanificata dal playoff vinto dal Torino (ma non andò in Serie A nessuna delle due).

L’uomo dei record nerazzurri

Stefano Colantuono in palla - Getty images
Con l’Atalanta ha avuto vari record in A – Getty Images

Dopo il Perugia, la prima esperienza con l’Atalanta. Importante perché fu ricca di successi, partendo dalla promozione raggiunta al primo colpo e poi alla salvezza tranquilla conquistata senza problemi, per un club che viaggiava già su buone frequenze.

Fu triturato, ma come tanti, dal Palermo di Maurizio Zamparini: esonerato, richiamato, esonerato, un classico degli anni Duemila che coinvolse anche il mister, inevitabilmente.

Non andò nemmeno benissimo al Torino, con una squadra che non spiccò proprio il volo nella serie cadetta, nonostante gli sforzi del tecnico. Tornare a casa fu l’unica soluzione per poter decollare, nuovamente l’Atalanta ad accoglierlo per la seconda promozione in nerazzurro e l’impresa dell’anno successivo. In Serie A, ma con sei punti di penalizzazione, l’Atalanta azzerò subito il gap, conquistando più punti di tutti nella prima parte di campionato e salvandosi tranquillamente per tante stagioni, sino all’esonero del 2015.

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Passato all’Udinese non è riuscito a incidere, così come a Bari quando fece un… 5-5-5 nel bilancio del ruolino in Serie B. Una prima parentesi alla Salernitana (interrotta per fattori extracalcistici), poi il ruolo da direttore tecnico alla Sambenedettese nemmeno completato: la carriera di Stefano Colantuono riparte e merita soddisfazioni. A Salerno sarà quasi una missione eroica.

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