La Serie A non parla italiano: un dato lo conferma

La Serie A non è un campionato per italiani: il dato degli stranieri nelle nostre squadre sta aumentando anno dopo anno.

Osimhen e Fabian Ruiz
Osimhen e Fabian Ruiz (©LaPresse)

L’Italia apre le porte agli stranieri. Almeno nel calcio. Uno studio del Cies dimostra quello che già da qualche tempo a questa parte sembrava chiaro e sotto gli occhi di tutti: la Serie A è il campionato con la maggior percentuale di calciatori stranieri tra i top 5 campionati d’Europa. Una statistica in netta controtendenza rispetto alla storia del nostro calcio e che ci mette al livello invece di altri campionati, come quello inglese.

A differenza di quanto accade in Premier, però, l’aumento di giocatori stranieri nel nostro campionato ha una motivazione soprattutto economica. A dare la stura a questo aumento esponenziale di stranieri nel nostro mondo del pallone non è stata infatti una ricchezza capace di consentire l’acquisto dei migliori calciatori degli altri paesi, quanto piuttosto il prezzo più basso dei giocatori all’estero rispetto agli italiani.

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Non sarebbe un problema, non fosse che spesso i calciatori stranieri che arricchiscono le rose delle nostre squadre non vanno poi ad aumentare la qualità del nostro campionato e la competitività dei nostri club nei tornei internazionali.

Serie A, quanti stranieri: è primato nei top campionati europei

Zlatan Ibrahimovic
Zlatan Ibrahimovic (©LaPresse)

Nessuno come la Serie A nella percentuali di straniere all’interno delle rose delle squadre. Nel nostro campionato la percentuale dei giocatori di altre nazionalità ha superato il 60%, con un aumento di oltre il 18% negli ultimi dodici anni. Tantissimo, se si pensa che la Premier, altro campionato che sfiora il 60%, è rimasto stabile nel tempo, e anzi sta iniziando a dare leggermente più spazio ai giocatori inglesi.

Sale la percentuale anche in Bundesliga. Nel campionato tedesco gli stranieri sono il 52%, con un guadagno di circa 6 punti percentuali rispetto al 2015. Frontiere molto meno aperte invece in Francia e in Spagna. Nella Ligue 1 la percentuale di stranieri supera di poco il 40% (ma in netta risalita), mentre la Liga arriva solo al 38%. Ed è forse anche per questo che la Nazionale spagnola si ritrova con tantissimi nuovi talenti pronti a prendere il posto dei calciatori più anziani del gruppo.

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Una situazione resa ancora più ‘grave’ dal decreto crescita, che di fatto ha reso molto più conveniente negli ultimi anni l’acquisto di calciatori dall’estero piuttosto che da squadre italiane. Vedremo se nei prossimi anni la tendenza verrà confermata o se i club, complici le difficoltà economiche, non preferiranno invece valorizzare i propri giovani.

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