Squadre belle e poca resa: una storia tutta italiana

Una squadra bella può vincere lo scudetto? Questo è uno dei tanti dubbi di questa stagione, ben ricordando come spesso il gioco non porta automaticamente alla vittoria del campionato.

 

Sarri al Napoli - Getty Images
Squadre belle ma senza vittorie: il Napoli di Sarri ne è esempio – Getty images

Qualcuno faccia gli scongiuri, soprattutto quando vede la sua squadra giocare bene ed essere bella da far paura. Perché spesso in Serie A la chimica degli opposti è stata prevalente. Ovvero, chi vince lo scudetto non necessariamente gioca il miglior calcio d’Italia, ma conquista più punti e basta.

Un criterio matematico che conta più di tutti, essere una squadra bella conta sino a un certo punto. La storia della Serie A non ammette repliche, molte squadre hanno vinto i campionati vincendo un sacco di gare per 1-0 oppure incassando la media di un gol ogni due partite. Qualcosa che ora appare più difficile, il var, il gioco alto e la maggiore spettacolarizzazione ha reso questo un tantino più complicato.

Conta comunque essere primi in ogni caso, giocare una gara bella fa bene al cuore ma nulla al più, la continuità è ciò che premia i migliori. Delle sette sorelle attuali che lottano per la vittoria del campionato o almeno per l’Europa, qualcuna ancora si affida più all’estetica che alla pratica, a torto. Perché quello che conta sono sempre i tre punti dopo 95 minuti.

Alcuni esempi di squadre non vincenti

Veron al Parma - Getty Images
Il Parma di Veron vinse in Europa ma non lo scudetto – Getty Images

Una squadra bella ma non vincente rimarrà nella memoria degli esteti del calcio e poco più. Non certo nell’albo d’oro dello scudetto, che sa essere letale come pochi. Prendiamo l’esempio del Parma, che vinse l’ultima Coppa Uefa della storia, ma non alzò mai la gloria fino in fondo in campo nazionale.

Quella era la squadra di Buffon, Cannavaro, Thuram, Chiesa, Veron, Crespo e altri ancora. Una compagine pazzesca che sapeva giocare a calcio, essere bella da far paura, ma mai pienamente in lotta per lo scudetto. Perché la continuità non era il miglior amico dei gialloblù, che spesso perdevano proprio i punti con le piccole, dimostrando di non essere completamente matura per il grande sogno dello scudetto. Solo sfiorato dai Tanzi, un rimpianto per quanti videro il miracolo ducale crescere sempre più.

Rimanendo in epoca più recente il caso del Napoli di Maurizio Sarri è abbastanza indicativo. Giocava bene, era bella da far paura quella squadra messa in campo dal comandante ma lo scudetto… non arrivò. Un anno perso a Torino nello scontro diretto, un altro anno… in un albergo a Firenze. Fece tanti punti quel Napoli ma non arrivò mai alla terza affermazione nazionale, su questo ora Luciano Spalletti sembra far leva.

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Meglio vincere a ogni costo che diventare una squadra estetica e poco più? Probabilmente sì, se si vorrà diventare campioni d’Italia.

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