Stefano Pioli e i desideri Milan sotto l’albero: colpi per non fallire

La sicurezza del Milan si chiama Stefano Pioli. Se i rossoneri lottano per lo scudetto… lo devono a un tecnico diventato sempre più parte integrante del club. Ora il mercato dovrà dargli risposte.

Pioli - foto LaPresse
Stefano Pioli sempre più affezionato alla panchina del Milan – foto LaPresse

Quel… nerazzurro diventato un rossonero imprescindibile. Stefano Pioli era un tifoso dell’Inter da giovane, ha allenato anche il club meneghino, per un’avventura nella stagione 2016-17 non certo memorabile.

Il tecnico, però, ha trovato una sorta di America calcistica nel Milan. Sembrava essere un allenatore di passaggio, uno dei tanti transitati nel terzo millennio dalle parti di Milanello. Non ci credeva nessuno, in fondo, al matrimonio duraturo tra Pioli e il club, serviva – secondo molti – per tamponare una falla e salutarlo senza troppi rimpianti.

La storia quasi natalizia per i buoni sentimenti tra Stefano Pioli e il Milan partì dopo l’esonero di Marco Giampaolo. L’unico allenatore rossonero esonerato dopo una vittoria, ma che non aveva portato la rivoluzione del gioco tanto attesa.

Perciò, meglio prendere una sorta di gestore che potesse traghettare il Milan a un campionato dignitoso. Cosa che fece da gennaio 2020 in poi, quando il Milan si risvegliò dopo una batosta contro l’Atalanta e capì di dover difendere intanto il blasone. Con l’arrivo di Zlatan Ibrahimovic, Pioli ha trovato poi il leader: non è un caso che lo svedese stimi molto il tecnico… tanto da salvargli la panchina.

Un rapporto di grande simbiosi

Pioli e Kalulu - foto LaPresse
Il tecnico aspetta dei colpi per un salto di qualità – foto LaPresse

Fu proprio Ibra a essere il primo fan di Pioli. Con le voci su Rangnick sempre più pressanti, lo svedese in un’intervista lodò il lavoro del tecnico italiano e rimase memorabile una sua battuta sul tedesco, definendolo in pratica uno sconosciuto.

Da quel momento, anche la dirigenza rossonera sin convinse del buon lavoro del tecnico italiano, che dopo il covid aveva cambiato il Milan. E lo aveva fatto con il gioco, puntando sui giovani e sulla valorizzazione un po’ di tutti gli elementi.

In effetti, è difficile vedere uno scontento in rossonero, basti pensare ai tanti che entrano dalla panchina risultato subito decisivi: è il segnare della presa del tecnico su tutto il gruppo. Un collettivo, quello milanista, che ha capito di poter alzare sempre più la posta in palio.

Non era maturo, non abbastanza, per vincere lo scudetto la scorsa annata, nel girone di ritorno lo stress mentale e fisico era diventato eccessivo. In compenso, la qualificazione in Champions League diede comunque grande soddisfazioni strappata con la vittoria di Bergamo all’ultima giornata.

In questa stagione, invece, il Milan può ancora  alimentare i sogni tricolore, perché Stefano Pioli sta sbagliando poche mosse, compresa quella di legarsi al club sino al 2024.

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Dal mercato il tecnico si aspetta ora un salto di qualità. La sua lista è ben impressa: intanto un terzino (Dalot il più accreditato), poi un centrale difensivo come Botman o uno tra Cristiansen e Rudiger, un altro centrocampista alla Isco, infine – se proprio possibile – un altro attaccante. Una lista per Babbo Natale, qualcosa arriverà.

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