Gigi Meroni avrebbe compiuto oggi 78 anni: la prima vera icona del calcio italiano

Gigi Meroni, calciatore, icona, personaggio fuori dal campo e talento immenso del Torino: avrebbe compiuto oggi 78 anni la “farfalla granata”, che fermò l’imbattibilità della grande Inter.

Gigi Meroni avrebbe festeggiato oggi i 78 anni, ma la prematura scomparsa ha privato il calcio italiano di un talento limpido, di una icona fuori dal campo, capace di accendere l’entusiasmo dei tifosi granata. L’incidente fece piombare nel silenzio una città intera, che aveva trovato nel calciatore nato al Como un idolo indiscusso. Eccentrico, anticonformista, ma dotato di qualità straordinarie, Meroni in soli 24 anni di vita ha fatto discutere ed innamorare gli appassionati di calcio.  Il dribbling era il suo punto di forza, e dopo gli esordi al Como ed il passaggio al Genoa, fu il Torino a prelevarlo dai grifoni, convinto dalla rapidità e dalla tecnica di un ala formidabile.

La sua esperienza al Torino è durata però il tempo di 103 partite e 22 gol, di cui uno impresso nella storia, soprattutto dell’Inter. Correva l’anno 1967, e la “farfalla granata” volò via sulla fascia, per poi trafiggere i nerazzurri con uno splendido pallonetto. Gol magnifico e record interrotto per l’Inter di Helenio Herrera, battuta dopo 3 lunghissimi anni. Il talento di Meroni era in rampa di lancio, e anche in nazionale in sole 6 presenze è riuscito a firmare due reti. Poi il tragico incidente, assurdo, anche perché legato ad un aneddoto particolare.

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Meroni, la morte di una icona e l’incredibile aneddoto che lo lega Romero

Dopo la gara con la Sampdoria, Meroni fu investito insieme al compagno Poletti. I due furono presi in pieno da una Fiat, e l’ala del Torino poi colpita nuovamente da una Lancia. Uno schianto mortale e poi la inutile corsa in Ospedale. Alla guida della Fiat c’era un diciannovenne Attilio Romero, che si recò in commissariato per chiarire la posizione. Molti anni dopo, il giovane coinvolto nell’incidente diventò il presidente della squadra. Una settimana dopo la morte il toro era chiamato al derby con la Juve.

Di quella gara sono ancora impressi due ricordi. La marea di fiori raccolti sulla fascia dell’ala granata, e i 4 gol messi a segno, un record nel “dopo Superga” per una squadra scesa in campo per rendere onore al compagno. Combin, incredibilmente segnato dalla scomparsa del caro amico, scese in campo con la febbre, e fece 3 gol di rabbia ai bianconeri, fra le lacrime della squadra e dei tifosi.

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Meroni, il “quinto Beatle” che cambiò il calcio: la gallina, il look, i dipinti e gli accostamenti a Best e Cruyff

Gigi Meroni non fu solo uno straordinario calciatore del Torino, ma anche un uomo di grande personalità. La critica in più occasioni lo mise al centro del dibattito per le sue stravaganze. Non era difficile vederlo in giro con una gallina al guinzaglio, e anche la sua storia d’amore con una donna sposata, in anni in cui non c’era ancora la legge sul divorzio, fece scalpore. Meroni amava dipingere, era appassionato di arte, e aveva un look all’epoca stravagante e ritenuto inidoneo da molti.

I capelli a caschetto e i baffi stretti in stile Beatles lo accomunarono ai “Fab Four”, che spopolavano con le loro canzoni. In campo e fuori invece era accostato a Best e Cruyff, per il potenziale e per le stravaganze. Meroni non era mai banale, dipingeva quadri, e alle critiche rispondeva esibendo elegantemente il diritto ad esprimersi fuori dal rettangolo verde così come faceva in partita. Con estro e imprevedibilità. Alla Sivori, a cui fu paragonato in più occasioni.

Diretto e mai banale amava disegnare i vestiti che indossava, e intervistare i passanti chiedendo loro chi fosse Gigi Meroni. A soli 24 anni però la sua carriera e la vita di un calciatore che cambiò il modo di vedere il calcio fu bruscamente interrotta. In 20 mila presero parte ai funerali, e dal carcere i detenuti fecero raccolte di soldi per mandare i fiori in chiesa. Lo sport italiano rimase colpito dalla fine tragica di un talento accostato ai migliori dell’epoca.

E chissà cosa avrebbe potuto fare la “farfalla granata”. Il Torino lo ha ricordato in un tweet, ma il suo posto è nel cuore di una generazione che si aprì al mondo grazie ai Beatles, alla musica, alle rivolte, ai talenti in giro per l’Europa, e anche a Gigi Meroni.

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