Belotti, dal provino all’Atalanta al diploma: passioni e curiosità del Gallo

Il Gallo Belotti è diventato un nome caldo per il calciomercato di Serie A: chi è davvero l’attaccante che ha stregato José Mourinho e che potrebbe giocare nella sua Roma. 

Andrea Belotti, soprannominato Gallo praticamente da sempre, è diventato uno dei migliori attaccanti italiani in circolazione. Dopo 6 stagioni potrebbe lasciare Torino e approdare in un nuovo club, su tutti la Roma di Mourinho è fortemente interessata al suo cartellino.

Costava 100 milioni di euro una volta, ora il prezzo è sceso notevolmente, a causa del contratto in scadenza al 2022 con la società granata. Dopo gli Europei è destinato a cambiare aria e trasferirsi con la sua famiglia. Da poco Andrea è diventato padre di Vittoria, nata a febbraio da mamma Giorgia, compagna del calciatore sin dai tempi in cui giocava a Palermo.

Era poco più che 20enne il giovane attaccante rosanero e dopo appena un paio d’anni di relazione ha fatto il grande passo, chiedendo la mano della sua fidanzata e ora moglie. Prima di conoscere Giorgia, il Gallo Belotti stava cominciando a farsi conoscere non solo per le sue doti calcistiche ma anche per la sua strana esultanza e l’annesso soprannome, affidatogli da un suo amico.

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Belotti, l’origine del “Gallo” e il provino con l’Atalanta

Nkolou e Belotti - Getty Images
Andrea Belotti, capitano del Torino – Getty Images

Juri Gallo è stato fra i primi a sapere del trasferimento del suo amico dall’Albinoleffe a Palermo, un cambiamento epocale per la carriera di Andrea. Fu proprio lui a suggerire al calciatore il modo di esultare dopo ogni gol, ormai diventato celebre e segno distintivo del bomber granata.

Da piccolo Andrea ha avuto una grande occasione, svolgendo un provino con l’Atalanta. Il padre lo accompagnò a Zingonia e al termine della prova i collaboratori nerazzurri gli dissero “Le faremo sapere”. Ovviamente, a Belotti non arrivò nessuna chiamata dalla Dea, ma la chiamata all’Albinoleffe fu importante per la sua crescita. Nel 2012 la prima delusione: la retrocessione in Lega Pro, dopo 8 presenze e due reti in B. Poi la consacrazione con 31 gare e 12 marcature nella stagione successiva. Nel frattempo, Andrea prende il diploma da geometra. Poi la cavalcata al Palermo e al Torino, ora l’opportunità di giocare Euro 2020 da assoluto protagonista. Ma anche con uno sguardo al NBA. Già perché Andrea segue il basket. Inoltre, ama fare il turista e giocare alla playstation. Cattolico, con un passato da chierichetto. Anche la fede l’ha portato fin dov’è arrivato.

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