Suarez, l’esame a Perugia fu “una farsa”: cosa rischia la Juventus

La nota della Procura di Perugia sull’esame “farsa” di Suarez potrebbe avere delle conseguenze anche per la società Juventus: i dettagli

La Procura di Perugia ha sospeso i vertici dell’Università per Stranieri. Nella nota firmata dal procuratore Raffaele Cantone, come abbiamo documentato, si descrive l’esame per la cittadinanza italiana di Luis Suarez come “una farsa”. Un test dal punteggio già determinato, scrive la Procura. Deciso per soddisfare “le richieste che erano state avanzate dalla Juventus, con la finalità di conseguire un positivo ritorno di immagine, tanto personale quanto per l’Università”, si legge nella nota.

L’aspetto delle richieste avanzate dalla società bianconera potrebbero provocare delle conseguenze anche in ambito di giustizia sportiva. La vicenda ricade nell’ambito dell’articolo 32 comma 7 del codice federale. L’articolo in questione indica “Doveri e divieti in materia di tesseramenti, trasferimenti, cessioni e controlli societari”.

Le società, i dirigenti e tutti i tesserati alla FIGC sono ritenute colpevoli se mettono in atto, in proprio o attraverso terzi, o anche solo se tentano di compiere, azioni per ottenere “attestazioni o documenti di cittadinanza falsi o comunque alterati”.

E’ l’articolo per il quale sono state sanzionate Udinese, Inter, Lazio, Roma, Sampdoria, Milan e Vicenza nel 2001, quando scoppiò lo scandalo dei falsi passaporti comunitari.

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Suarez, l’avvocato tranquillizza i tifosi della Juventus

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Al momento, nessun dirigente bianconero figura tra gli indagati, precisa all’agenzia di stampa ANSA l’avvocato Di Cintio, esperto di diritto sportivo. Per cui, nell’immediato non ci sarebbero rischi né dal punto di vista penale né sotto il profilo della giustizia sportiva” spiega l’avvocato.

Tuttavia, il procedimento sportivo può andare avanti. Il pm federale Chiné, sottolinea l’avvocato, potrebbe chiedere gli atti al pm Cantone anche senza dirigenti della Juventus indagati. Se fossero considerati responsabili dalla giustizia sportiva, aggiunge, “bisognerebbe anche comprendere il grado di dolo.

Secondo la normativa federale, le sanzioni possibili per violazioni del comma 7 dell’articolo 32 prevedono: una multa per responsabilità oggettiva, la penalizzazione per responsabilità diretta (che però pare improbabile nel caso specifico) e in casi più gravi la retrocessione o l’esclusione dal campionato.

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