Gianni Agnelli avrebbe compiuto 100 anni: la sua storia e i “suoi campioni”

Gianni Agnelli avrebbe compiuto oggi 100 anni. La Juve, la Fiat, la Ferrari e le passioni di un uomo che anticipò i tempi. Era innamorato dei campioni bianconeri, che ha sempre stimolato e accudito con frasi e paragoni rimasti nella storia.

“Tutto quello che ho, l’ho ereditato. Ha fatto tutto mio nonno. Devo tutto al diritto di proprietà e al diritto di successione, io vi ho aggiunto il dovere della responsabilità”. Parole di Gianni Agnelli, che avrebbe compiuto oggi 100 anni. Un messaggio che testimonia l’amore per la Fiat, per la Juventus, e l’importanza di essere al timone di due aziende che sono diventate grandi grazie al suo genio infinito. Una frase che risuonerà forse spesso nella mente del nipote Andrea Agnelli. Che prova a migliorare sempre l’azienda e la squadra in nome della famiglia, e di un uomo brillante e unico.

Gianni Agnelli era la Juventus. E lo è tuttora, perché le sue frasi, le sue idee, le intuizioni brillanti, sono ancora le fondamenta del club, e restano nella mente dei tifosi e dei tanti campioni amati e coccolati. “Se Baggio è Raffaello, Del Piero è Pinturicchio”, disse paragonando i due “10” che Agnelli ha coccolato, stimolato, atteso nei momenti delicati. Era quello il vero valore aggiunto di un uomo che amava le magie dei sui campioni. Così tanto da ripetere spesso che la creatività è l’unico valore aggiunto della vita.

Avrebbe compiuto oggi 100 anni Gianni Agnelli, un’icona del calcio e dell’industria nel vero senso della parola. Un imprenditore che rilanciò l’Italia grazie alla Fiat, ma che aveva una passione infinta per i bianconeri, e soprattutto per Michel Platini.

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Agnelli avrebbe compiuto 100 anni: una vita per la Juve e la passione per Platini

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Andrea Agnelli, che ha raccolto l’eredita di Gianni Agnelli, e Platini, il calciatore più amato dall’avvocato (Getty Images)

Michel Platini è stato forse il giocatore più coccolato da Gianni Agnelli. Era l’orgoglio della Juventus e una soddisfazione personale, perché quel francese che accese l’entusiasmo dei tifosi era l’esempio del modo di fare azienda per Agnelli. Rimase storica una sua frase che racchiudeva il senso di essere imprenditore e di creare storie gloriose dal nulla. “L’abbiamo comprato per un tozzo di pane e lui ci ha messo sopra il foie gras”. Disse questo il presidente della “Signora” riferendosi a Platini. Nel 1982 fu prelevato per 250 milioni di lire, una cifra quasi irrisoria per un talento divenuto campione. Un investimento nato da poco e diventato poi oro.

Da quel momento il francese divenne la stella della Juve e la passione dell’avvocato, che poco dopo disse: “Avere Platini in squadra è come avere una credit card sempre a portata di mano”, sottolineando che nessun traguardo sarebbe diventato impossibile per la squadra grazie al calciatore.

La Juventus per lui era come la Fiat. Una creatura da plasmare giorno dopo giorno, da difendere nei momenti delicati senza la paura di fare un passo indietro. Ma sempre con l’ambizione di farne due in avanti. Fu l’imprenditore capace di pensare e realizzare un progetto d’espansione di un marchio italiano forse mai visto prima, creando unità produttive della Fiat in 4 continenti. Avrebbe compiuto 100 anni oggi Gianni Agnelli. Imprenditore, avvocato, editore, uomo delle istituzioni, senatore a vita, ma soprattutto innamorato della Juventus. A cui dedicò forse la frase più bella mai pensata per la “sua squadra”.

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Agnelli, la Juventus come fonte d’ispirazione ed emozioni: quella frase indelebile e le immagini allo Stadium

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Lo striscione esposto al “Delle Alpi” dai tifosi bianconeri. Era la prima gara senza Gianni Agnelli (Getty Images)

Il suo amore per i colori bianconeri è ancora oggi vivo in una famiglia che guida il club nel suo nome e seguendo le sue idee. Sono cambiate le sedi, il marchio, lo stadio, ma non l’identità di un club che in tribuna ha sempre qualche rappresentante della famiglia a ricevere e dare un pezzo di storia e di emozioni. Quando Andrea Agnelli inaugurò lo “Stadium”, sui led la Juventus fu raccontata dalle origini, con le immagini di Gianni e Umberto Agnelli che emozionarono la famiglia, in lacrime fra i cori dei tifosi. E’ questa la fotografia più nitida di quanto il legame sia forte. E lo fu anche la prima gara senza il sostenitore numero uno del club. Al “Delle Alpi” fu esposto uno striscione con scritto “Ciao Presidente” e la sua poltrona rimase simbolicamente e tristemente vuota, ma non nel cuore dei tifosi. La frase d’amore più bella alla “Signora” appartiene infatti all’avvocato.

“La Juve è per me l’amo­re di una vita intera, motivo di gioia e orgoglio, ma anche di delusione e frustrazione, comunque emozioni forti, come può dare una vera e infinita storia d’amore”. Pronunciò queste parole con la consueta calma, il sorriso di chi è consapevole di aver scritto pagine intere della storia d’Italia, e su cui si scriveranno libri, della Juventus, della Ferrari, dell’imprenditoria. Avrebbe compiuto 100 anni oggi Gianni Agnelli: un uomo che non si è mai posto limiti, e che delle barriere ha fatto la sua forza, rendendo grandi le sue aziende e una squadra che non sarebbe la stessa senza di lui. La “sua amata Juventus”. 

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