Insulto razzista a Diakhaby, Tebas perentorio: “Ha capito male”

Il presidente della Liga spagnola Tebas glissa a modo suo sulla vicenda che ha coinvolto  Diakhaby, vittima di un insulto razzista.

Il caso Diakhaby che ha sconvolto l’opinione pubblica spagnola, con l’insulto razzista al calciatore del Valencia, ad opera di Juan Cala del Cadice, viene “spento” maldestramente dallo stesso presidente della Liga, Javier Tebas. Secondo il numero uno del calcio spagnolo, infatti, Diakaby avrebbe semplicemente capito male. Tutto risolto quindi. Le indagini della avevano portato, di fatto, ad un buco nell’acqua, con una rapida e netta resa di fronte alle immagini.

I periti, incaricati dalla stessa Liga, hanno ritenuto, infatti, che l’insulto, se insulto si è trattato, è stato pronunciato ad un volume troppo basso per essere accertato e quindi sanzionato. Il povero Diakhaby, insomma, avrebbe frainteso, capito male. Tebas, al di la delle sue note posizioni vicine all’ultra destra spagnola, prova a spegnere il caso. Il problema nasce nel momento in cui lui stesso nega l’insulto razzista, quando la stessa Liga, di fatto ha affermato che lo stesso insulto non è riscontrabile. Uscita inutile, quindi, sembrerebbe.

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Diakhaby, Tebas, l’insulto razzista e la logica del “ha capito male”

Son
Son (GettyImages)

Diakhaby come Son l’altro giorno, vittima di un insulto razzista, abbastanza pesante, ma secondo Tebas il calciatore ha capito male. La logica del “ha capito male” in effetti appare molto interessante. Si prova a spegnere ogni cosa grazie a quella semplice paroline. Insultano un calciatore? “Ma no ha capito male”, insultano un arbitro, vedi Ibrahimovic “ma no ha capito male”, una regola semplice semplice ed il gioco è fatto.

Certo, la regola non vale sempre, non è che ogni volta i protagonisti siano Diakhaby calciatore di colore del Valencia, Tebas presidente della Liga spagnola con vedute di estrema destra, Ibrahimovic dio caressiano del calcio italiano e tutta, o quasi la stampa italiana, intendendo, chiaramente anche il web. C’è chi capisce e chi non capisce, male. Tutto qui, il discorso è semplice e chi lo può capire, lo capisce, anzi, lo ha già capito.

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