Thomas Delaney dal daltonismo alla semifinale europea con la Danimarca

Delaney il daltonismo la Danimarca ed una semifinale che forse mai avremme immaginato di giocare in vita sua.

Thomas Delaney ha 30 anni, danese, con origini americane ed irlandese. Giova nel Borussia Dortmund ed è uno dei pilastri della sorprendente Danimarca, in semifinale agli Europei attualmente in corsa, prossimo avversario l’Inghilterra. Ci credono i danesi e fanno bene dopo l’incubo Eriksen, il malore, quei minuti interminabili e la sensazione di sgomento e disagio che in molti avranno vissuto su quel rettangolo di gioco, quel giorno maledetto.

Da allora, con la ripresa della stella della Danimarca, i suoi compagni di squadra hanno deciso di regalargli il sogno più grande, la speranza, la gioia dell’impresa, che forse non si realizzerà, ma che bello sognare l’impresa. Delaney è uno dei protagonisti di questa piccola impresa danese. Proprio loro che di intese se ne intendono. Era il 1992 quando furono ripescati al posto della Jugoslavia in guerra, sorpresa delle sorprese, alla fine furono campioni.

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Thomas Delaney dal daltonismo alla semifinale: sognando la Danimarca del 1992

Delaney
Delaney (GettyImages)

Delaney è uno di quei centrocampisti vecchio stile, un po’interdittori un po’ registi all’occorrenza. Protagonista in campo con la Danimarca. Un figlio nato da poco, una partita di Champions saltata per la sua nascita, per restare accanto all’adorata moglie, ed un disturbo visivo che non si vergogna a nascondere. Pochi anni fa l’ammissione di essere affetto dal disturbo, l’ammissione di confondere spesso gli avversari con i compagni di squadra e la necessità di affidarsi ai volti e non ai colori delle divise.

Thomas Delanay, al centro di interessanti voci di mercato, con Wikipedia che in maniera alquanto bizzarra lo definisce già calciatore del Napoli. Certo si era sentita la voce degli azzurri interessati al suo profilo, ma da qui a darlo per fatto. Il sogno della Danimarca è quello del 1992. Un’impresa che nessuno avrebbe mai immaginato, nel segno di un impegno fuori dal comune, della vicinanza al compagno che non può essere in campo con loro, di un idea, la vittoria, che a certe latitudini non si smette mai di abbandonare.

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