Svantaggi superlega: niente più Nottingham, Clough e Trevor Francis

E’ il giorno della superlega, lo stesso della nascita di Trevor Francis, goleador della favola calcistica di Nottingham e Clough.

Oggi è il giorno della superlega, il giorno in cui i potenti del calcio hanno deciso di ufficializzare la nascita di una nuova competizione, per pochi, per ricchi. Motore di tutto, i soldi, gli introiti, vendita di diritti tv, merchandising e quant’altro. Niente più sport, passione, favole calcistiche insomma. Oggi, proprio oggi, il giorno della nascita di Trevor Francis, indimenticata stella del calcio, che ha legato il suo nome alla favola Nottingham Forrest di Brian Clough.

In molti si chiedono quali potranno essere gli svantaggi legati a questo nuovo progetto. Di certo, su tutti, quello di non avere più la possibilità di vedere una squadra, tra quelle cosiddette piccole, provare a trionfare tra i grandi campioni d’Europa. Come succedeva al Nottingham a cavallo tra gli anni settanta e ottanta sotto la guida di Clough, e come è successo a tante altre squadre, nei decenni successivi. La favola del calcio, il sogno, insomma.

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Svantaggi superlega: addio alle favole calcistiche dalla Stella Rossa al Nottingham Forrest

Trevor Francis
Trevor Francis (GettyImages)

Il Nottingham Forrest di Brian Cough e Trevor Francis, che vinse per ben due volte la Coppa dei campioni. Francis, arrivato li a suon di sterline per dispensare saggezza calcistica e colpi da stella del calcio fu la ciliegina sulla torta per arrivare alla conquista della coppa più ambita. Favole calcistiche, come quelle degli anni ottanta che video trionfare squadre per la prima volta squadre dell’est europeo. Qualcosa di irripetibile, oggi.

La favola Nottingham, Brian Claugh, Trevor Francis, lo Steaua Bucarest campione d’Europa prima e la Stella Rossa di Belgrado, poi. La Sampdoria di Vialli e Mancini in finale nel 1992, tutte storie che già l’attuale Champions League aveva spazzato via, escludendo, forse, le vittorie di Borussia Dortmund e Porto. Gli svantaggi della superlega? Tutti qui, insomma. Un calcio dettato dai milioni, dall’interesse, dall’opportunità, un calcio ferito, forse, in un certo senso, definitivamente e realisticamente, morto.

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